Riflessioni e analisi dell’uso degli strumenti tecnologici e le implicazioni sociali della convivenza con la digitalizzazione.
Analisi del labile confine tra l’uso, l’abuso e il disuso degli strumenti digitali.
L’articolo vuole aprire uno spunto di riflessione su analisi dati, intelligenza artificiale, controllo sociale, diversificazione del rapporto uomo-macchina, spersonalizzazione dei rapporti umani e divisione sociale.
Pone le basi su concetti consolidati di digital marketing, psicologia sociale, filosofia del linguaggio che sono alla base delle mie riflessioni.
Grigiore, torpore, assuefazione
Probabilmente se potessimo colorare la nostra quotidianità in questo momento, azzereremmo il tempo tecnologico per tornare all’essenzialità della natura.
L”umanizzazione” è un termine molto utilizzato nel marketing,la verità è che abbiamo perso un pò di vista l’uomo.
“Customizzare” è un altro termine molto utilizzato nel marketing, personalizzare il prodotto e i servizi per ogni singolo cliente per rendere unica l’esperienza.
Tutte queste azioni di marketing portano ad un accumulo enorme di dati fino a spingere le imprese più strutturate ad un’analisi estrema del “comportamento umano”, creando strategie di re-marketing e anche analisi predittive dei comportamenti dell’utente all’interno del web.
Analizzando la customer journey, il percorso e tutti i punti di contatto tra un consumatore e un marchio, un prodotto o un servizio che include, oltre ai momenti di interazione diretta tra cliente e azienda, anche i contatti indiretti, come le opinioni di terzi, e proponendo delle buyer personas con perfette caratteristiche personali e socio-demografiche.
I dati sono fondamentali nelle strategie di marketing ma a volte dimentichiamo la vera personalizzazione che deriva dall’ascolto e dai nostri sensi umani.
Tutto è già dentro di noi, basta fermarsi, ragionare e pensare, analizzare i gesti, osservare i comportamenti, ascoltare la natura, le persone, le parole, i gesti, i suoni, guardare i volti, vivere le esperienze, RACCONTARLE e non “condividerle.”
I dati ci dicono che 1 adolescente su 20 non sa comprendere i testi di lettura > Rapporto OCSE-PISA 2018 (l’indagine triennale che valuta il livello delle conoscenze e delle competenze raggiunto dagli studenti di 15 anni).
I dati statistici della metodologia quantitativa e qualitativa e le analisi statistiche, non pongono però l’attenzione su un altro concetto: nel momento in cui utilizziamo un social media o una qualsiasi applicazione dalla quale condividiamo una foto, o un video per raccontare un momento, potremmo non essere più in grado di raccontare il momento che abbiamo vissuto.
Ma perché? Cosa succede nella nostra mente?
A.A.A. CERCASI PERCEZIONE
Viene a mancare il concetto di Rielaborazione.
I nostri sensi non sono più quelli fisici ma vengono sostituiti. Non sono i nostri occhi e le nostre orecchie a vedere e ascoltare, lo sono gli strumenti che manipoliamo che lo fanno per noi.
Il nostro cervello non può fare più operazioni insieme perciò noi sostituiamo i sensi.
Sostituzione dei sensi = Mancanza di percezione
In quanto viene meno l’osservazione, l’analisi, il “fare nostro” l’accadere, tutto è demandato, tutto è delegato, tutto è sostituibile, viene quindi meno il senso della nostra esistenza.
Senza percezione non c’è elaborazione
Senza elaborazione non c’è analisi
è così che l’uomo diviene “schiavo” delle tecnologie.
Lo strumento non è più “aumento” della realtà, lo strumento è la realtà stessa. Non concepiamo più la realtà se non filtrata.
E se siamo abituati a filtrare la realtà non accetteremo più la realtà della nostra esistenza. REALTA’ FILTRATA
LA GABBIA D’ORO
Il concetto di realtà filtrata, che ho così concettualizzato nell’uso psicologico e sociologico dello strumento, apre una prospettiva di analisi per forme di categorizzazione delle generazioni presenti e future.
Solo una presa di coscienza comune e generale potrebbe far risvegliare dal torpore menti assuefatte.
Avevo già in precedenza analizzato il concetto del tempo e della tecnologia.
Assuefazione e compiacimento sono stati mentali di massa propedeutici a politiche e sistemi che portano all’impoverimento del linguaggio e il conseguente restringimento della libertà di pensiero, intesa come libero accesso al libero pensiero in quanto esseri umani pensanti e facilità la gestione da parte di ipotetici sistemi governativi che abbiano mire di gestione della massa.
- Impoverimento del linguaggio
- Diminuzione del “pensiero libero”
- Assuefazione dal piacere derivante dalla soddisfazione effimera
- Distaccamento dalla realtà fisica
- “Imbarbarimento” della comunicazione
- Isolamento dell’individuo
Connessione e comunicazione non vanno di pari passo
Se l’aumento di dispositivi tecnologici connessi a internet ha portato a l’aumento di relazioni e “connessioni”tra le persone, l‘uso smodato o malsano dello strumento ha portato ad una quasi totalità di “disconnessioni” sia dalla realtà fisica sia tra gli esseri umani.
Partendo da questo ultimo concetto un’eventuale manipolazione di massa arriverebbe all’apice dividendo la massa stessa e “isolandola”
DISCONESSIONE > ISOLAMENTO
A questo punto torniamo al primo concetto di marketing che ho introdotto nel primo paragrafo.
I Contenuti Personalizzati, portano alla difficoltà dell’individuo di conoscere altro e all’Autoesaltazione delle proprie convinzioni.
La realtà fisica è diversa dalla realtà filtrata.
Quando l’individuo isolato, e privo della capacità di conoscere altro entra in conflitto con se stesso, intuisce il gap tra le due realtà.
Affrontando un “bipolarismo” della personalità e riconoscendosi meno nel se reale e più nel se riflesso, dove nelle opinioni degli altri è costruita, modificata e mantenuta l’immagine del nostro Io.
(il concetto di se riflesso viene affrontato da Cooley -Human Nature and the Social Order pubblicata nel 1902).
Variazione della propria autostima? Suicidio? Psicosi?
Come la mente umana affronta e reagisce? Demandiamo agli psicologi questa domanda, frutto di interpretazioni diverse in base ai diversi approcci psicologici.
Tornando al concetto della percezione
PERDITA DI SENSORIALITA’ = PERDITA DI SENSO
La corrispondenza della mancanza di senso nella perdita stessa delle facoltà “umane” e fisiche.
Demandare e delegare agli strumenti, le relazioni (quando non necessario) e i rapporti di interazione, comporta isolamento e perdita della comunicazione umana, nell’ipotesi di un futuro fatto non di umanoidi ma di umani-robot.
Scenari futuri. Cosa saranno gli esseri umani? Esecutori del mero rapporto uomo-macchina, dove quest’ultima diviene uomo nella sostituzione delle funzioni relazionali e sensoriali?
La rielaborazione umana e artistica della fotografia e della riproduzione visiva della riproduzione della realtà potrebbe addirittura sfociare nella riproduzione dell’intelligenza artificiale che lo farà per noi.
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